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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2013-2014

ALBERTIN Andrea

Rm 14,1-15,13 nell’economia della lettera ai Romani.
Una esemplificazione di vita etica alla luce della giustificazione per fede

Mod.: R.P. Jean-Noël Aletti, S.J. 
    Chi sono i deboli e i forti di Rm 14,1-15,13? Le esortazioni loro rivolte puntano a risolvere una situazione conflittuale concreta delle comunità cristiane di Roma o, invece, assumono un orientamento generale circa la vita etica del credente? Il conflitto che li vede coinvolti costituisce l’occasione reale che spinse Paolo a dettare la lettera? Questi tre interrogativi animano da lunga data la ricerca scientifica sulla sezione dedicata ai deboli e ai forti (indagini storico-critiche e storia delle religioni; new perspective; oltre la nuova prospettiva). La problematica dei criteri letterari su cui fanno leva i diversi approcci al testo rappresenta la questione fondamentale per verificare la pertinenza delle singole soluzioni. Le varie angolazioni di approfondimento, infatti, non riescono a rendere ragione in modo soddisfacente del motivo redazionale della nostra pagina. (cap. I).
     Le varie fasi dell’analisi letteraria (semantica, precisazione dei soggetti interessati, ricorrenze dei tempi e dei modi verbali, cambio tematico, stilistica e sintassi) permettono di riconoscere in Rm 14,1-15,13 la presenza del modello esortativo. In esso, la priorità è da accordare alle giustificazioni che supportano gli ammonimenti. Le raccomandazioni proposte dall’apostolo necessitano di essere illuminate non tanto sulla scorta dello sfondo sociologico della comunità, delle conflittualità ecclesiali o delle tensioni etniche, bensì in rapporto alle ragioni che le accompagnano (cap. II).
     Il brano, inoltre, rivela diversi elementi di sviluppo retorico. Tuttavia, è l’esame della funzione e della progressione retorica delle esortazioni e, ancor più, delle motivazioni che favoriscono il riconoscimento del focus della sezione: Rm 14,1-15,13 esorta, in definitiva, alla lode unanime di Dio, possibile grazie all’unità comunitaria inseguita in situazioni occasionali di conflitto (cap. III).
     A conferma di ciò concorre lo studio della funzione retorica svolta dalla nostra sezione in rapporto a Rm 12-13. La vita giustificata e santificata (Rm 1-8) diventa culto a Dio quando non si conforma all’eone presente ma si rinnova secondo il progetto salvifico divino (Rm 12,1-2). Ambiente privilegiato del culto è la comunità, “unico corpo in Cristo” qualificato da umiltà e agape. Quando i cristiani si dividono su questioni secondarie, smettono di essere riflesso dell’opera salvifica realizzata da Dio mediante Cristo, ossia l’unità tra ebrei e gentili (Rm 15,8-9a). Rm 14,1-15,13 esemplifica tutto questo mediante un caso emblematico delle comunità cristiane delle origini: le discussioni, in situazioni di commensalità, attorno all’alimentazione e al calendario (cap. IV).
     Tenendo conto delle tecniche comunicative messe in atto da Paolo (presa di distanza e sfocatura dei problemi concreti) è possibile dichiarare la connotazione ecclesiologica dei titoli «deboli e forti», riconoscere che le esortazioni di Rm 14,1-15,13 condividono il tono generale di Rm 12-13 anziché risolvere un problema specifico e, infine, che il caso descritto nel brano punta a precisare la situazione retorica del lettore più che la situazione storica soggiacente alla lettera (cap. V).