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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2018-2019

FILANNINO Francesco

Fra il precursore e i discepoli.
Unità del piano divino e centralità del ministero di Gesù nel vangelo di Marco

Mod.: R.P. Henry Pattarumadathil, S.J.

Negli studi sul secondo vangelo si osserva spesso che i ministeri di Giovanni il Battista, di Gesù e dei suoi discepoli sono accomunati da alcuni tratti: la predicazione (κηρύσσω), l’esortazione alla conversione (μετανοέω/μετάνοια), la menzione di un’attività battesimale amministrata e/o ricevuta (βαπτίζω/βάπτισμα), la relazione con lo Spirito (πνεῦμα ἅγιον), la sofferenza (παραδίδωμι), il fondamento nella volontà divina. Di solito, questi elementi sono soltanto rilevati, e non ci s’interroga sulla relazione che essi creano fra questi ministeri.
La dissertazione, articolata in tre capitoli, intende rispondere a tale interrogativo. Nel primo capitolo, dedicato all’attività del Battista, si propone l’esegesi delle più importanti pericopi marciane in cui Giovanni è presente sulla scena o è menzionato (Mc 1,2-8; Mc 6,14-29; Mc 9,9-13; Mc 11,27-33). Nelle conclusioni si evidenzia la forma narrativa in cui il ministero di Giovanni è presentato (con il ricorso costante alla tecnica narrativa dell’analessi) e si rilevano i tratti caratterizzanti l’attività del Battista (predicazione, invito alla conversione, battesimo e relazione con lo Spirito Santo, sofferenza, volontà di Dio), mostrando come ciascuno di essi sia orientato al successivo ministero di Gesù.
Il secondo capitolo si concentra sul ministero dei discepoli. Dopo aver chiarito l’intenzione marciana di non attribuire ai Dodici un ministero specifico rispetto a quello del più ampio gruppo dei discepoli, si considerano le pericopi nelle quali si fa riferimento a una missione dei discepoli, sia coeva all’attività di Gesù sia successiva alla Pasqua. Per ognuna di queste due fasi del ministero dei discepoli si rileva anzitutto il fondamento nella sequela di Gesù (Mc 1,16-20; 16,7). Si passa poi ad analizzare i testi relativi al ministero pre-pasquale (Mc 3,13-15; 6,7-13) e post-pasquale (Mc 8,34–9,1; 10,28-31; 10,35-45; 13,9-13). Nelle conclusioni si evidenzia la forma narrativa della presentazione marciana del ministero dei discepoli (con il ricorso alla tecnica narrativa della prolessi) e i suoi tratti caratterizzanti, che risultano essere gli stessi rilevati per il ministero di Giovanni (con l’aggiunta dell’elemento dell’universalità), ma con significati nuovi, che esprimono la continuità con il ministero di Gesù.
Il terzo capitolo è dedicato al ministero di Gesù, chiave di volta degli altri due ministeri. Non si tratta di una presentazione integrale del ministero di Gesù. Piuttosto, la prospettiva adottata è stata definita «relazionale». Si sono considerati i medesimi tratti rilevati per i due precedenti ministeri e si è visto come essi sono declinati nel ministero di Gesù: la predicazione e l’invito alla conversione (Mc 1,14-15; 3,7-12), il battesimo e lo Spirito Santo (Mc 1,9-11; 3,22-30), l’universalità (Mc 7,24-30), la sofferenza (Mc 10,32-34), la volontà di Dio.

La sintesi conclusiva riconduce a unità i dati delle analisi precedenti, permettendo di rilevare un’«unità articolata» fra questi tre ministeri. A livello formale, l’unità è data dall’inglobamento dei tre ministeri nell’unico racconto marciano; tuttavia, la differenza nella forma narrativa, con la sola attività di Gesù presentata sul primo piano della narrazione e le altre due descritte mediante analessi e prolessi, mostra la centralità del ministero di Gesù. Sul piano contenutistico, l’unità è data dal radicamento dei tre ministeri nel piano salvifico di Dio, oltre che dai tratti comuni richiamati. Allo stesso tempo, questi si articolano secondo un paradigma costante: mentre con Gesù assumono significati nuovi rispetto alla loro declinazione nel ministero di Giovanni, nel ministero dei discepoli affiora una piena continuità rispetto all’attività del loro Maestro. Emerge anche qui la centralità del ministero di Gesù: esso risignifica l’attività del suo precursore e pone le fondamenta per la futura missione dei discepoli.