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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2018-2019

JUNG Chun

Il paradosso messianico secondo Marco.
Rilevanza di Mc 8,31-9,29 per la caratterizzazione della figura di Gesù e dei discepoli

Mod.: R.D. Massimo Grilli

Mc 8,27-10,52 viene generalmente riconosciuto come una sezione che concerne il tema del “discepolato” in quanto particolarmente interessato all’istruzione dei discepoli. Se si tiene conto della sua composizione tripartita, definita in base ai tre annunci della passione (8,31; 9,31; 10,33-34), la seconda (9,30-10,31) e la terza sequenza (10,32-52) riportano svariati insegnamenti di Gesù sul modo di essere e vivere come autentici discepoli. Il nostro quesito, però, emerge dalla prima sequenza (8,31-9,29), che è l’oggetto dell’indagine del presente lavoro. Possiamo riconoscere anche in questa una predominanza del motivo del discepolato? A livello narrativo l’attenzione va portata sui due racconti della Trasfigurazione (9,2-13) e della guarigione di un ragazzo indemoniato (9,14-29), perché riguardano in modo particolare l’identità e la potenza di Gesù, pur essendo collocati in un contesto immediato che insiste, invece, sulla prospettiva della sua sofferenza (8,31-9,1). Attraverso un’analisi narrativa e pragmatica, la dissertazione studia questi brani nel loro contesto narrativo allo scopo di rintracciarne la coerenza e di individuarne soprattutto la funzione all’interno dell’itinerario cristologico di Mc.

La ricerca è strutturata in cinque capitoli. Il primo, di carattere preliminare, colloca Mc 8,31-9,29 nel suo contesto letterario per rendere più evidente la peculiarità dell’oggetto della ricerca. Seguono, come parte centrale della dissertazione, i tre capitoli che analizzano, esegeticamente, le tre unità che compongono la sequenza, rispettivamente: 8,31-9,1 (cap. II); 9,2-13 (cap. III); 9,14-29 (cap. IV). L’analisi di ciascun testo si svolge in tre tappe: (1) nella prima tappa si cerca di individuare la composizione o l’articolazione formale del testo, rilevandone soprattutto gli elementi lessicali, morfologici, sintattici; (2) nella seconda tappa, l’analisi si indirizza alla dinamica narrativa del testo, per individuare i vari artifici e dispositivi narrativi con cui il narratore costruisce il racconto e caratterizza i personaggi, al fine di rendere efficace la sua narrazione; (3) a conclusione dell’analisi, ci si focalizza sull’impatto pragmatico che il testo ha sul lettore, e soprattutto sui diversi atti linguistici che emergono dall’interno di una determinata situazione comunicativa.

Sulla base di quanto rilevato nei capitoli precedenti, la sintesi conclusiva (cap. V) evidenzia i risvolti di Mc 8,31-9,29 per la comprensione della cristologia e del discepolato, permettendo di coglierne la rilevanza per la caratterizzazione della figura di Gesù, che risulta primaria rispetto a quella dei discepoli. A livello della trama rivelatrice, la nostra sequenza mostra aspetti riguardanti l’identità di Gesù. Essi, intrecciandosi nello sviluppo della narrazione, manifestano una decisa coerenza comunicativa che conduce il lettore ad una nuova percezione del messianismo, connesso alla via della croce; un cammino che, tuttavia, non condurrà il Messia alla sconfitta, ma alla vittoria. Si tratta di una sequenza prolettica che prepara il lettore ad essere in grado di capire – nel mezzo del macro-racconto marciano – dove si va, cosa accadrà e come si compirà la storia di Gesù (Mc 14-16). In questo modo, il narratore pone anticipatamente delle solide basi alla fiducia del lettore nella vittoria paradossale del Messia sofferente. La rivelazione sulla via del Messia si espande naturalmente nell’insegnamento sulla sequela: la “via della croce” deve essere percorsa da chiunque voglia essere suo discepolo (cf. 8,34). Accostando il destino del discepolato a quello del maestro, la nostra sequenza non fa solo comprendere al lettore il cammino del Messia, ma lo rende anche capace di seguire le sue orme.