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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2009-2010

MASCILONGO Paolo

Analisi narrativa dell’identità di Gesù e del cammino dei discepoli nel Vangelo secondo Marco,
alla luce della “Confessione di Pietro” (Mc 8,27-30)
Mod.: Prof. Jean-Noël ALETTI

La dissertazione è dedicata all’analisi, con metodologia narrativa, della “confessione di Pietro” nel vangelo secondo Marco (Mc 8,27-30). Nonostante la riconosciuta importanza del brano, centrale per collocazione e contenuto teologico, non sono molti gli studi, riconducibili alla metodologia narrativa, espressamente dedicati ad esso. È parso pertanto possibile, nonché opportuno, interessarsi a questo episodio, nel tentativo di fornirne una lettura narrativa completa e, soprattutto, capace di evidenziarne la funzione all’interno del secondo vangelo.
   L’analisi narrativa dei quattro versetti della confessione – preceduta da alcune analisi preliminari sulla delimitazione del brano e da un rapido confronto sinottico –  è stata guidata da due principali criteri. A livello metodologico, si è preferito utilizzare un metodo narrativo sostanzialmente “eclettico”, utilizzando gli strumenti più opportuni in base al tenore dei brani via via analizzati. Si sono così susseguite considerazioni sul ruolo del narratore, sul punto di vista, sul coinvolgimento del lettore, sulla caratterizzazione dei personaggi e – privilegiando le considerazioni di dinamica e strategia narrativa – si è evitato lo schematismo che, a volte, può insorgere in una applicazione troppo rigida del metodo. A livello di contenuto, si è cercato di evidenziare il valore e la funzione dei vari elementi emersi dall’analisi (la duplice domanda di Gesù – con i suoi numerosi “richiami all’indietro”–, il coinvolgimento positivo dei discepoli, l’echeggiare per la prima volta nella diegesi del termine “Messia”, il ruolo di Pietro, l’ambiguità del comando di silenzio conclusivo) non solo all’interno del brano, ma per l’intera narrazione marciana.
   È parso presto chiaro, infatti, che un’adeguata comprensione del ruolo narrativo dell’episodio nel contesto dell’intero vangelo non poteva emergere soltanto dall’analisi di Mc 8,27-30. Seguendo con decisione tale intuizione, più di metà della tesi è dedicata alla sezione precedente del vangelo (Mc 1,1–8,26), indagata seguendo le due principali linee tematiche emergenti dallo studio di Mc 8,27-30. La prima riguarda il contenuto della confessione: l’episodio di Cesarea è senza dubbio un punto di arrivo di una lunga ricerca diegetica dell’identità del protagonista che ha coinvolto, via via, tutti i personaggi del secondo vangelo ed ha avuto tuttavia come interlocutore privilegiato soprattutto il lettore. La seconda tematica è legata ai personaggi coinvolti nella confessione, ed è stata individuata quindi nel rapporto tra il Nazareno ed i suoi discepoli. Anche in questo caso il vangelo istituisce un percorso evidente, che coinvolge fin dall’inizio questi uomini e propone a Cesarea una svolta: a fronte di molti studi che enfatizzano la negatività del ritratto marciano dei seguaci di Gesù, si è preferito partire dal loro ruolo (certamente positivo) a Cesarea per ricostruirne narrativamente (punto di vista, caratterizzazione, confronto con altri personaggi, identificazione del lettore…) il precedente cammino.
   Ha guidato tutta la ricerca una iniziale “simpatia” per il dialogo di Cesarea, che sembrava mostrare narrativamente una grande forza comunicativa e strutturale, non sempre riconosciuta  dagli studiosi. Si ritiene di aver mostrato che tale “simpatia” era giustificata: l’analisi dell’episodio ha evidenziato tutta la potenzialità insita in quei quattro versetti centrali (in tutti sensi) del vangelo; la descrizione dello sviluppo tematico cristologico ha restituito una migliore comprensione ed una positiva valutazione della confessione petrina; il giudizio sul ruolo dei discepoli nel secondo vangelo, emerso dalle pagine loro dedicate, ha fatto giustizia di alcune affrettate valutazioni negative spesso presenti nella ricerca anche recente. Nel complesso, si ritiene di aver fornito considerazioni preziose per meglio comprendere un episodio centrale del vangelo secondo Marco e per riconoscere tutto il valore (narrativo e teologico) della domanda lì posta da Gesù ai discepoli, secondo la concorde testimonianza sinottica: «Ma voi, chi dite che io sia?».