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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2009-2010

OBARA, Elzbieta

Le strategie di Dio. Dinamiche comunicative nei discorsi divini del Trito-Isaia


Mod.: Prof. Horacio SIMIAN-YOFRE

La ricerca ha come oggetto gli ultimi undici capitoli del Libro di Isaia. Allo stato attuale degli studi colpisce come le questioni relative a questa sezione del libro si concentrino quasi esclusivamente nell’ambito degli studi storico-critici e, in particolare, della critica redazionale. Di fronte a tale situazione è parso necessario che l’approccio al Trito-Isaia venisse integrato da altre prospettive metodologiche in grado di arricchire le soluzioni interpretative raggiunte e di offrire una lettura nuova a problemi antichi.

Il punto di partenza è la constatazione che questi capitoli costituiscono un evento comunicativo in cui la maggior parte del materiale ivi contenuto viene presentato nella forma di discorsi diretti di JHWH. L’approccio è così dettato dal testo stesso che richiede un’analisi della logica e delle dinamiche che contraddistinguono ogni processo comunicativo.

L’approccio comunicativo ha permesso di individuare in Is 56-66 la presenza di un’ampia unità composta da sei discorsi divini (56,1-8; 57,3-13; 57,14-19; 58,1-14; 65,1-25; 66,1-24) organizzati in un continuum, coerente dal punto di vista tematico e variegato sul piano delle strategie persuasive messe in atto dal locutore.

Il primo discorso è costituito da Is 56,1-8 e va considerato come l’ouverture della comunicazione divina (I parte). In quanto tale esso svela l’identità del locutore, Dio stesso, ed enuncia i quattro motivi che compongono il tema dell’intera comunicazione divina nel Trito-Isaia. I motivi tematici individuati sono: 1. la rivelazione del giudizio e della salvezza; 2. i referenti della rivelazione; 3. i criteri di diversificazione del giudizio; 4. gli esiti. Questi stessi motivi vengono reiterati e rielaborati in maniera originale in ciascuno dei successivi discorsi svelando il «che cosa della comunicazione» (II parte).

Nell’ultima parte (III parte) — quella che manifesta con maggiore chiarezza la carica innovatrice dell’approccio comunicativo — lo studio si concentra sul «come della comunicazione», ossia sulle strategie comunicative messe in atto dal locutore nel corso dei suoi pronunciamenti.

Alla comprensione della comunicazione divina come continuum pragmaticamente finalizzato a produrre dei cambiamenti nel suo uditorio è determinante la considerazione dei discorsi in maniera dinamica e progressiva. La forza performativa propria di ogni singola fase della comunicazione — dai singoli enunciati agli interi discorsi — è all’origine della costante rimodulazione della situazione comunicativa, mentre questa, dal canto suo, determina la direzione e il carattere delle successive scelte espositive.

In riferimento al «come» della comunicazione è di massima importanza il riconoscimento della forma diretta dei discorsi di JHWH come una vera e propria strategia espositiva. Assegnare a Dio il ruolo di locutore e, quindi, di emittente del messaggio, serve ad accrescere la partecipazione dell’uditorio che ha la chiara percezione di essere interpellato direttamente da Dio e, quindi, maggiormente coinvolto nelle questioni sollevate. Inoltre, con questa scelta espositiva si fa leva sulla massima autorità performativa del locutore e la si sfrutta nel processo persuasivo. Soprattutto nei casi in cui si vogliano modificare concezioni ben radicate nella tradizione, o promuovere nuove aperture, è necessario il ricorso alla autorità massima, quella divina. Presentare JHWH come emittente aiuta anche a potenziare le strategie comunicative in base ai ruoli che egli assume a seconda dell’evolversi del contesto e al fine di promuovere in maniera più efficace il messaggio (cfr. i ruoli di padre rifiutato, di marito tradito, di giudice, di guerriero, di Creatore, della madre).   

Accanto alla funzione di emittente, la forma diretta del discorso implica l’attri­bu­zione allo stesso JHWH della categoria di autore modello. È lui, in quanto «strategia testuale», che guida il lettore attraverso il testo costituendone l’ipotesi interpretativa.

In sintesi, nella varietà delle espressioni e delle strategie persuasive, i discorsi divini nel Trito-Isaia comunicano l’attesa appassionata da parte di Dio che il suo desiderio di comunione riceva una risposta positiva da ogni essere umano ed Egli possa rivelarsi universalmente in veste salvifica.