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DISSERTAZIONI DI DOTTORATO
2013-2014

RONCHIATO Roberta

«Ricorda il Signore tuo Dio».
Il tema della memoria nella parenesi di Dt 5–11

 
Mod.: R.P. Pietro Bovati, S.J. 
    La Dissertazione si propone di illustrare i caratteri distintivi di alcune dinamiche memorative nella sezione parenetica di Dt 4,44–11,32.
    La prima parte ha un tenore introduttivo. Il Capitolo I (Status Quaestionis) verifica i risultati delle ricerche condotte in ambito esegetico sul fenomeno della memoria nell’AT e nel Deuteronomio in particolare. L’impegno del Capitolo II (I lessemi base del ricordare e del dimenticare nella BHS) è profuso nell’esame lessicografico delle radici זכר e שכח. La Tesi documenta le loro principali denotazioni e connotazioni, gli ambiti di impiego e un uso specifico dei due verbi per esprimere la «focalizzazione», utile a chiarire i passi in cui soggetto è il Signore. Il Capitolo III (La fenomenologia del ricordare) organizza il campo semantico della memoria secondo gli stadi propri della genesi, conservazione, oblio e recupero dei ricordi, tenendo conto dei parametri iscritti in Dt 4,9; 6,6-9.  
    La seconda parte della Dissertazione si rivolge ai «ricordi» evocati da Mosè, attraverso זכר, in tre pericopi del Deuteronomio (5,12-15; 8,1-20; 9,1–10,11), studiate con il metodo retorico messo a punto da R. Meynet e gli strumenti dell’analisi lessicografica. La disposizione seriale degli oggetti della radice זכר traccia un itinerario memorativo dei contenuti «canonici» che Israele dovrà custodire nel tempo per non perdere la sua identità: la schiavitù in Egitto e la liberazione (Dt 5,15; 7,18-19), il cammino nel deserto (8,2), il Signore Dio nella terra (8,18), la condotta ribelle del popolo, «da sempre» (9,7). Mosè promuove nei suoi uditori, inseriti nei racconti come protagonisti, un processo di identificazione con gli eventi narrati che forma la loro autocoscienza e memoria.
    Per quanto riguarda Dt 5,12-15, testo esaminato nel Capitolo IV della Dissertazione (La memoria dell’esodo), due sono le peculiarità emerse: non solo il precetto sul sabato intima il dovere di ricordare l’evento che è a fondamento della legge («deuterosi»), ma l’esodo è precisato come un ricordo immemorabile per gli attuali uditori di Mosè. L’evento è perciò appreso ascoltando il racconto originario e attraverso il veicolo culturale del sabato.
    Diverso è il quadro istituito in Dt 8,1-20 dove materia dell’anamnesi sono anzitutto i quarant’anni trascorsi nel deserto dagli ebrei di Moab. Il Capitolo V (La memoria del deserto) illustra i modi con i quali Mosè attua la rilettura dell’esperienza secondo le categorie dell’umiliazione e della prova, e in questo modo trasforma un «ricordo personale» in un «ricordo ufficiale», fondativo dell’identità di Israele e dell’obbedienza all’intera legge mosaica (8,1-6). La parenesi descrive in seguito la genesi dell’oblio del Signore nella terra (8,11-18), il volto pragmatico della dimenticanza e i suoi esiti (8,19-20) per riconoscere infine nella memoria Dei (8,18) il vertice teologico dell’itinerario memorativo di Dt 4,44–11,32.
    L’ultimo Capitolo della Dissertazione (La memoria della ribellione e del perdono) mette in luce in maniera distintiva le dinamiche dell’oblio sottostanti ai due episodi raccontati in Dt 9,1–10,11: il peccato di apostasia compiuto da Israele ai piedi dell’Oreb, e il perdono elargito dal Signore. Dimostra inoltre che la preghiera di Mosè (9,18-20.25-29) forma il centro retorico e teologico dell’unità, e sortisce buon esito grazie all’uso sapiente della memoria da parte dell’intercessore. Infine, lo studio trova nel racconto l’espediente che potrà rispondere al cruciale problema di Israele, emerso con la fabbricazione del vitello (idolo visibile), su come custodire nel tempo il ricordo delle Parole semplicemente udite nella teofania all’Oreb.
    L’itinerario di memoria delineato in Dt 4,44–11,32 mette in luce la centralità della memoria Dei: Israele vive perché sostenuto dal ricordo provvido (8,18) e misericordioso (9,27) del suo Signore.